Il profitto. Alla ricerca di una teoria del valore. Sul concetto di verità.
Nella analisi del potere, il profitto ha una importanza fondamentale. In generale la teoria del valore è un punto fondamentale per tutto l’impianto.
Per riassumere e semplificare, voglio mandare un riferimento a cosa è una teoria del valore.
Wikipedia riassume in questo modo la teoria del valore, con connotazione economica : Teorie del valore – Wikipedia
L’Archelogia è lo studio del Potere e lo struttura in ambito relazionale, di classe, di profitto.
La teoria del valore è quindi uno dei punti da smarcare.
Il presente articolo sedimenta le linee di studio. Può contenere ingenuità, sia tecniche che filosofiche. Sedimenta solo delle linee di pensiero utili ai miei studi.
Diviene importante il concetto di metrica del profitto. La teoria economica svolge una parte fondante sotto questo versante.
Ma il profitto nell’Archelogia è sia inteso materialmente che in senso immateriale. Le relazioni fra classi non si esauriscono in termini materiali ed economici ma anche per desideri, volontà, ambizioni.
La riduzione del profitto a componenti materiali rischia di essere fallace nella analisi di Potere. Ma ugualmente l’apertura a concetti extraeconomici apre il problema della metrica.
In realtà è possibile ipotizzare che più che la metrica del valore, potrebbe essere sostituito con il concetto di occorrenza del profitto. Cioè, in parole povere, la probabilità che lo stesso fenomeno accada in condizioni simili.
Questo permetterebbe di definire una logica del valore basata sulla teoria delle comunicazioni. Il gatto di Schrodinger è molto più vicino alle scienze umanistiche di quello che può sembrare all’apparenza.
Vediamo quali sono le caratteristiche ed i problemi che si nascondono ad una teoria del valore coerente con le necessità dell’Archelogia.
L’oggetto di analisi
Prendiamo per esempio la relazione di Potere caratterizzata dall’unità culturale Facebook. (qui riportata in maniera molto semplificata e solo ai fini della analisi di alcune interazioni principali. (non comprensiva quindi di tutti gli stakeholder).
L’oggetto di analisi di una teoria del valore è la relazione di Potere collegata all’unità culturale. Un approccio semiotico alla teoria del valore, quindi parte da una estensione dell’oggetto di analisi.
Le teorie classiche pongono l’accento sulla merce. La teoria del valore deve essere estesa a tutti gli aspetti immateriali. L’immaterialità però va intesa non tanto e solamente dal punto di vista economico (per esempio la valutazione degli asset immateriali) ma anche dal punto di vista semiotico filosofico. Per esempio cedere la vita ha un valore agli effetti di una teoria del valore collegata alle relazioni di Potere.
Ugualmente il concetto di merce assume un valore tutto nuovo. Il consumatore utilizzatore di Facebook cede la merce dato personale a fronte dell’utilizzo di uno strumento. La “merce” dato personale in un concetto legato ai classici dovrebbe contenere un valore di capitale, lavoro. In questo caso la “merce” perde queste attinenze ma rimane “merce”. Un profitto è comunque presente nello scambio. Ed è analisi fondamentale per l’Archelogia.
Sappiamo bene che una teoria di questo tipo ha una complessità realizzativa enorme (e forse impossibile). Ma porsi il problema è comunque un esercizio valido.
La teoria del valore allargato pone problemi nuovi quali per esempio le correlazioni. Seguiamo l’esempio precedente. E’ abbastanza intuitivo che gli inserzionisti pagano Facebook per la pubblicità ed il ricavo è fornito dagli utenti finali. La correlazione “intuitiva” pone problemi sia per la differenza dell’evento nel tempo, sia per le correlazioni logiche fra le due operazioni (cessione di dato personale, rispetto alla intenzione dell’inserzionista a pagarlo indirettamente). Una teoria del valore deve uscire da un approccio intuitivo e porsi il problema di queste connessioni.
Completezza
Generalizzando il problema è necessario porsi il problema della completezza. Nella analisi di una relazione di Potere è necessario che siano identificati con completezza i flussi sottostanti.
Ultimamente si parla molto dei valori ambientali e dello sviluppo sostenibile (trovate alcuni articoli nei link utili). Generalizzando, la relazione di Potere genera una struttura di scambio di profitti che costituiscono il vero valore intrinseco della “merce”. Sia analizzata nel singolo scambio, sia in una analisi sistemica.
In Eco, nel Trattato di Semiotica Generale si cita Marx ed il denaro come funzione segnica delle merci sottostanti. Questo approccio semiotico pone l’uomo e gli scambi al centro di una determinazione del valore della merce.
Questo approccio è parziale (ed appunto semiotico). Manca a questa dimensione il valore ontologico, intrinseco. Possiamo costituire una teoria del valore sul valore intrinseco ? Anche in questo caso la risposta è negativa. Una teoria del valore deve però tenere traccia di tutti i flussi di profitto di una relazione di Potere.
Eppure, sempre di più si pongono all’attenzione teorie del valore (sotenibilità ambientale per esempio) dove un approccio puramente semiotico (il denaro per esempio) non tiene conto degli effetti ambientali sottostanti alla relazione di Potere.
Ugualmente nel caso di Facebook non è così facile dare una teoria del valore così calzante. Nel caso di Facebook è possibile dare un valore economico della prima transazione (scambio di dati) ricavandola da un sistema che da un valore agli scambi fra inserzionisti. Ma non sempre il denaro è l’unica funzione segnica di una relazione di Potere.
L’ambiente, ma anche altri sistemi di Potere pongono all’attenzione l’insufficienza di una teoria del Valore basata sull’utilità personale, oppure al valore della merce come pensata dai classici.
Il concetto di verità e di valore.
Una teoria del valore quindi deve avere come caratteristica la completezza, e deve basarsi su oggetti di analisi che siano mediati dalla semiotica.
Dovrebbe basarsi sul valore ontologico dei sottostanti. Ma questo è impossibile.
Credo (magari ingenuamente) che il tutto giri intorno al concetto di verità e di valore intrinseco. Porsi il problema di cosa sono in realtà.
Nei nostri discorsi tendiamo a saltare troppo rapidamente fra il valore semiotico ed il valore intrinseco. Saltando dall’io verso l’altro proiettando all’esterno realtà che sono su piani diversi.
Cosa intendiamo con questo concetto.
Prendiamo la frase “Dio Esiste”. Abbiamo già illustrato in precedenti articoli l’esempio che crea una unità culturale e questo genera una relazione di Potere.
Quale è il valore di verità della affermazione ? Si parla di concetti non dimostrabili, che però sotto una analisi di relazione di Potere hanno un effetto elevato.
Lo stesso esercizio che differenzia il concetto di verità dalla sottostante relazione di Potere.
Ritengo che ci sia una relazione fra verità e valore e che si possa fare una analisi che non sia ontologica ma possa essere efficace ad identificare una relazione di Potere.
“Dio Esiste” è una affermazione vera o falsa ? Non è possibile dare una risposta che non sia basata su approcci individuali. Questo per molte delle affermazioni che muovono il nostro io sociale. La nostra vita. Le conseguenze su tutta la società. Su queste affermazioni non è possibile dire se sono vere e false.
Si aprono quindi due percorsi. Uno dell’io che deve prendere decisioni su quelle frasi ed un percorso etico individuale. E qui siamo nel ramo dell’etica. Ed attenzione che l’approccio etico ha prevalenza su qualsiasi altro approccio.
L’altro percorso è Archelogico e cioè una definizione di verità non come ontologia, ma come connotazione della relazione di Potere. “Dio Esiste” determina una relazione di Potere che ne descrive la verità come effetto misurabile della relazione di Potere. Questo approccio semiotico alla verità non è assolutamente nichilismo. E non è in contrapposizione con l’etica. La misurabilità della verità “semiotica” è un obiettivo dell’Archelogia.
Non entreremo in questo articolo nella differenza fra verità del campo “Dio Esiste” e di quelle affini a “nell’Universo due corpi si attraggono in modo direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale alla loro distanza elevata al quadrato”. La differenza fra le prime e le affermazioni di carattere scientifico. Solo evidenziare che la verità Archelogica deve essere relazionata ad una misurabilità della stessa in termini di relazione, classe, profitto.
Questo approccio non risponderà MAI alla ontologia dell’affermazione “Dio Esiste”, ma dovrebbe aiutare l’ io ad una etica più consapevole.
Nell’azione di tutti i giorni, si passa troppo spesso dai vari piani di verità.
Il duale della verità è il valore. Inconsistente un approccio ontologico al valore. Rimane un approccio al valore che sia però basato su concetti estesi rispetti alla teoria classica.
In maniera molto semplicistica (e forse ripeto ingenua) il valore in una teoria del valore completa non può che essere legato al segno, alla unità culturale.
Prendiamo un esempio collegato alla intelligenza artificiale. Un sistema di traduzione automatica che sostituisce operatori umani nella stessa operazione.
Quale è il valore della operazione ?
Io ritengo che un approccio semiotico completo ad una teoria del valore non possa essere monovalore ma multivalore e relazionale.
Se il valore viene considerato dal punto di vista del capitale e della efficienza, sicuramente il valore dell’operazione di sostituzione è positivo ed è dato dal risparmio economico dell’operazione.
Se il valore viene considerato dal punto di vista del tendere alla massima occupazione, il valore della operazione è negativo e pari alla perdita della occupazione.
Quali siano questi attrattori (bene, male, centralità dell’uomo, bello, brutto, morale, immorale, preservazione dell’ambiente) è fonte di analisi e di riflessioni. Ma il valore non può che essere pensato come reticolo rispetto alla relazione con questi segni. Reticolo che definisce da una parte segni (mediati dalla semiotica) e dall’altro misurazioni. Possiamo chiamare questi attrattori Segni Etici ? Sono essi unità culturali alla stregua di Facebook ? Possono essere oggetto di analisi quantitativa e formale ?
Facciamo un altro esempio. L’estinzione di una specie animale per azione dei cambiamenti climatici.
Che valore ha questa operazione ? Sempre nei link utili si fanno esempi di teoria del valore ambientale. Dove si cerca di dare una risposta ai temi con una quantificazione economica correlata a fattori ambientali (costi di ripristino, ecc. ecc.). Dietro la quale però si cela sempre una scelta a priori di tipo etico. Nascosta e sotto traccia. O meglio non facilmente distinguibile o identificabile.
Dal punto di vista della relazione con il profitto economico, una estinzione della specie ha un valore nullo. Cioè nessun danno generato. Mentre dal punto di vista del passaggio generazionale, una estinzione di una specie ha un valore elevato (cercando poi di dare una quantificazione di qualche genere collegata al denaro). Dal punto di vista di un approccio al sistema di valori che tendono al male. invece l’estinzione di una specie ha un valore positivo.
Tutto questo sembra puro astrattismo. Inutile considerazione che mischia concetti di valore pseudoeconomico con concetti di tipo etico.
Primo concetto è che gli oggetti su cui si fanno queste operazioni sono di tipo semiotico (i segni e le unità culturali). Secondo è che i sistemi di misurazione devono essere in qualche modo precisamente sedimentati con metriche non arbitrarie.
L’obiettivo di tutto questo sarebbe legare la teoria del valore al sistema di analisi delle variabili etica, liberando il fatto stesso da pre-considerazioni e pre-giudizi a priori di tipo etico. L’effetto dovrebbe essere il concentrarsi sulle scelte etiche a monte di ogni sistema di misurazione e di ricadute pratiche.
Molto concretamente. In modo empirico l’intelligenza artificiale porta efficienza la cui ricaduta positiva è verso sistemi di Potere ad alto contenuto di capitale. Facebook, Amazon, sono sintomatiche di un capitalismo nuovo (ma con regole vecchie) in cui il capitale tende ad avere predominanza sul lavoro. Con una distribuzione del capitale (delle risorse) a vantaggio di gruppi ristretti rispetto alla popolazione mondiale. Una teoria del valore dovrebbe essere in grado di definire questi flussi estendendo anche alle ricadute di tipo ambientale (ma non solo). Ed inoltre dovrebbe essere in grado di valorizzare questi flussi in rapporto alle verità a priori (semiotiche) che sono poste alla base del sistema stesso.
L’obiettivo della nostra società deve essere un benessere condiviso ? Questa è una scelta etica. Allo stesso modo si potrebbe scegliere di puntare ad un benessere concentrato nelle mani di pochi. Ogni flusso di profitto può essere analizzato quantitativamente in maniera differente a seconda del tipo di sistema di valori etici scelto. L’importante è intendersi sulle premesse e misurare accuratamente le conseguenze.
Anche il tema delle fake news assume un approccio diverso ed un paradigma diverso. Separando considerazione di tipo “scientifico” e quindi confutabili da considerazioni collegate a relazioni di Potere. Il valore diventa un reticolo in rapporto al sistema di valori etici.
E’ possibile pensare e realizzare una teoria del valore che abbia queste caratteristiche ? Purtroppo al momento il presente articolo o tema di studio non è altro che un articolo a “voce alta”.
La misurazione della coerenza
Si pensa al problema delle fake news come ad un problema di verità. In realtà il problema della coerenza è collegato maggiormente alla coerenza ed alla attinenza ai sistemi di valore prescelti.
“Dio Esiste” è vero o è una fake news ? (la considerazione è fatta con il massimo rispetto del concetto sottostante). Dal punto di vista ontologico l’affermazione è per l’uomo indicedibile. Deve essere accettata o negata, secondo un sistema di valori personali che fanno parte di un percorso dell’ io. Essendo accettata da miliardi di persone a livello mondiale, il valore di verità quantificabile della affermazione è alto.
Vaccinarsi ha la stessa connotazione di una frase come “Dio Esiste” ? Potremmo dire che ci sono evidenze scientifiche che prendendo un campione di 1000 persone e fino a prova contraria l’effetto positivo di una vaccinazione porta al risparmio di decine di vita. L’affermazione può essere quindi smentita o confermata, dato un sistema di valori etici sottostanti. La vita potrebbe non essere un valore da anteporre al denaro, ecc. ecc.
Le fake news, ma in generale il concetto di verità diventa quindi legato alla coerenza nelle azioni del sistema. Una organizzazione può essere a favore della lotta contro il lavoro minorile. E poi dare luogo a comportamenti etici che aumentano il lavoro minorile. Una teoria del valore deve essere in grado di determinare la coerenza collegata alle scelte etiche effettuate.
Problemi aperti
Un approccio semiotico alla teoria del valore apre il problema di come si relazionano le analisi dei profitti fra varie unità culturali fra di loro collegate. Ma per ora trascuriamo questo aspetto che però sarà centrale per gli sviluppi futuri.