Giugno 21, 2022

La simbologia della realtà

By Andrea Padovano

“Tutto è segno”. Sosteneva Peirce. Posso trasporre in “Tutto sta per qualcos’altro”. Mi rispecchio in un approccio alla realtà in cui concetti, segni, icone, simboli non sono che un unico reticolo che si struttura e si relaziona. Crea classi, relazioni e che strutturano in modo affine alla descrizione che do del Potere.

Il mondo è molto più svincolato dalla logica di quello che si potrebbe pensare e supporre. Il mondo non è la totalità delle cose, ma neppure dei fatti, se questi sono pensati come connessione logica di strutture che si rispecchiano nel linguaggio.

La logica è uno dei modi di approcciare la realtà. Ma per lo più manipoliamo simboli (termine in questo caso usato come sinonimo di segno) la cui relazione reciproca non è logica. “Tutto è segno”. Approccio estremamente potente alla interpretazione del mondo.

Sostengo che la relazione simbolica non è quasi mai logica, ma il risultato di un atto di Potere. Cioè simboli che si relazionano fra di loro, si attraggono, si strutturano in classi.

Il nostro io, che ci appare e si impone come prima manifestazione tramite l’autocoscienza, ha a che fare con una serie di “pregiudizi” cioè giudizi a priori che non sono altro che convinzioni, credenze, idoli, fedi. Chiamiamoli valori etici, “pregiudizi”, usiamo la terminologia più consona. Tutto questo si struttura in segni.

“Pregiudizio” non con accezione negativa, ma come declinazione di simbolo scelto a priori. Come sostenuto in precedenti articoli, lo spazio dell’ Io, è lo spazio del dubbio. Della accettazione di verità che sono al confine fra l’oggettivo (verità assolute) ed il soggettivo (verità acquisite). La dinamica della scelta è sociale, relazionale, mentale, alla fine tutto questo non è altro che un insieme di relazioni di Potere.

La nostra mente lavora con simboli. Questi simboli possono essere in forte contrapposizione logica (incoerenza). Si può essere cristiani e credere nella guerra, per esempio. Le crociate sono l’esempio di come due “Pregiudizi” simbolici in netta contrapposizione possono fondersi in un unico simbolo “la guerra santa”. Il quale diventa esso stesso nuovo segno su cui appoggiare le credenze. Perdendo il riferimento ai concetti sottostanti (a loro volta simboli).

Il meccanismo è affascinante. Due segni contrapposti dal punto di vista logico, che si fondono in un unico nuovo simbolo che li ingloba. I sottostanti segni vengono totalmente persi, come in una sorta di “rimozione”. Come pure il rapporto logico fra di loro. Il nuovo simbolo risultante (guerra santa o crociata o chiamiamola nel modo più appropriato che desiderate) assume un valore a-logico ma potente dal punto di vista simbolico. Su questo è possibile costituire una analisi come unità culturale e atto di Potere. Questa operazione appunto, opera al di fuori del campo della analisi logica. Ha valenza per l’atto di evidenziarsi, di essere in qualche modo effettiva e misurabile.

Questa operazione ha una valenza pragmatistica, ma solo all’apparenza. In realtà, l’analisi della realtà semiotica, della realtà come la percepiamo, dovrebbe portare ad una più attenta introspezione sui “Pregiudizi” che seguiamo e sulle azioni che di conseguenza scateniamo.

Questi “Pregiudizi” fondano il nostro essere sociale. Per esempio, il primo “Pregiudizio” forse uno dei più forti e molto spesso dato per scontato, è che il mondo ci appare come abitato da persone alle quali riconosciamo la nostra stessa autocoscienza. Esiste una differenza fra questo “Pregiudizio” e bisogni primari come la fame, la sete e le altre pulsioni ?

Tutta la nostra vita è basata su questa convinzione. Probabilmente io stesso scrivo per essere letto. E non solo per una esigenza interiore. Qualcuno può pensare che questa cosa non ci appaia come vera ?

La definizione di questi “Pregiudizi” opera uno sdoppiamento dell’Io.

La prima componente è l’Io solo di fronte ai grandi misteri della vita. A cosa devo credere ? A cosa posso credere ?

La seconda componente è invece l’Io in quanto soggetto che entra in relazione con il mondo.

A dire il vero queste due componenti sono estremamente correlate e dividerle già potrebbe essere un ulteriore “Pregiudizio”. Fatto sta che i simboli si relazionano con altri simboli ed attraggono altri simboli. Ma l’agire di quello che chiamiamo la società è basato su accettazione di “Pregiudizi”.

Una idealogia è un concetto, un simbolo, che sottende altri simboli, persone, idee, folle, discussioni, avversari, amici. L’atto di Potere è proprio la deformazione simbolica (che io credo essere connessa ad una Unità Culturale) che comporta reticoli, forma classi (non solo di individui ma anche di simboli stessi) ed ogni relazione di Potere è anche una relazione di valore (inteso come relazione di profitto).

La elaborazione simbolica è quindi a tutti gli effetti un atto di Potere. Il Potere è, fra le altre cose, la possibilità (capacità, opportunità) di modificare il quadro simbolico di riferimento. E’ questo il Potere o è un effetto del Potere ?

E’ stupefacente (e lo viviamo anche nell’oggi) quanto la componente simbolica del nostro essere possa essere stravolta da un giorno all’altro. Pensiamo per esempio alla società come ad una elaborazione simbolica a tag che descrive un quadro di come percepiamo un certo spettro della realtà.

#pandemia #lockdown #virus

Può diventare in poco tempo:

#guerra #energia #carestia #conflitto

Si vuole ribadire che la realtà (almeno come ci appare) è una relazione di connessione fra simboli e non una struttura logica fra gli stessi. I “pregiudizi” possono essere incoerenti fra di loro. Come pure le connessioni possono essere assolutamente a-logiche. Il Potere la capacità di deformare questo reticolo.

Il Potere è in grado di cambiare il quadro simbolico, sia nel numero, nella rilevanza, nella tipologia di questa sorta di tagging percettivo.

Dato questo assunto è necessario un modo di analizzare la realtà che è basato più sui flussi che sui valori assoluti.

Prima considerazione. “Di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”. Affermazione figlia di un approccio legittimo logico – assiomatico che porta ad una interpretazione parziale della realtà.

In effetti, viceversa, se trasferiamo il paradigma da una analisi logica della realtà ad una analisi semiotica della stessa, “Di ciò di cui non si può parlare, si deve analizzare”. Concretamente gli assiomi, i “Pregiudizi” sono le unità Culturali che muovono il mondo. L’Archelogia si pone come obiettivo proprio l’analisi dei flussi fra le connessioni simboliche che stanno alla base delle relazioni di Potere. “Dio Esiste” è indecidibile dal punto di vista ontologico, può essere assunto come atto di fede dall’Io che interroga se stesso. Ma quando si va in guerra nel nome della Croce, esistono fatti (posso usare questa terminologia non a caso) che sono concretamente collegati a fenomeni relazionali, di classe e di profitto. Il reticolo è deformato. Uomini che prendono le armi ed effettuano azioni. A questo punto si sta evidenziato un atto di Potere.

Seconda considerazione è la strutturazione del segno. Esiste una natura condivisa (possiamo dire linguistica) di ogni concetto. Ritengo che la lingua sia un atto generativo con potenti connessioni di Potere. Se parliamo di guerra, esiste una condivisione del termine che è intuitivo, condiviso. Un significato chiaro. Esiste però una struttura connotativa che è una vera e propria relazione di Potere.

#vaccino

#positivo #salvavita

#vaccino

#negativo #potere case farmaceutiche

Questo fenomeno connotativo non è di natura linguistica ma è un atto di Potere che va analizzato anche in questo caso nelle sue connotazioni relazionali, di classe e di profitto.

I simboli si correlano fra di loro e quindi le #persone si relazionano in #classi che hanno rapporti con il #vaccino che può essere #positivo o #negativo.

Il concetto, se vogliamo, è banale. Scontato. Ma in effetti si tende a trascurare questo reticolo simbolico nell’analisi dei fenomeni umani.

Terza considerazione, è il rapporto fra simbolo e verità. Un angelo ed un diavolo non avranno mai una visione in comune. L’attenzione alla definizione di quello che consideriamo verità è uno dei punti più da analizzare nella realtà semiotica. Anche considerando un quadro assiomatico (i “pregiudizi”) coerente e non in contraddizione (teoricamente impossibile), il punto è che si discute su quello che è conseguenza del quadro come se fosse la verità e si dimentica che il punto vero su cui bisognerebbe discutere è il quadro assiomatico (che però ritengo indecidibile). Questo porta ad un discutere su elementi certi, su basi incerte. Interpretiamo quindi che di quello di cui si deve tacere, non si può mancare di analizzare. Per maggiore chiarezza, la verità semiotica è la declinazione come atto di Potere dei fenomeni analizzati.

Pragmaticamente, non si dovrebbe discutere se la guerra santa è lecita o non lecita. Di questo, appunto, si dovrebbe tacere, per citare il grande filosofo. Ma non possiamo non evidenziare che la guerra santa crea relazioni, classi, e profitti che sono la vera natura (evidente o nascosta) del Potere. Spostando poi sul piano soggettivo dell’Io la decisione se la guerra santa è lecita o non lecita. Perchè attenzione, qui si parla non di speculazioni filosofiche. Ma di quello che succede giorno per giorno. Guerra, fame, speculazioni, aborto, bene, male.

Non esiste argomento sul quale si deve tacere che non abbia una implicazione sulle scelte che ogni individuo deve prendere nella sua vita. Questa è la vera solitudine dell’Io. Dalla solitudine della scelta, alla relazione di influenza con il Potere. Sto scegliendo in libero arbitrio oppure attratto da una relazione di Potere ?

Quarta considerazione. Uno dei “Pregiudizi” che ci caratterizzano è che la coerenza sia un elemento positivo. Concetto non universalmente accettato, però è un metro comune di giudizio delle nostre attività.

Partendo da questo concetto (importanza della coerenza), una declinazione della Archelogia può essere l’analisi di coerenza dei fenomeni umani. In pratica, determinazione dei “Pregiudizi” delle classi di Potere e capire se questi hanno una coerenza nel corso del tempo.

Sempre per fare un esempio. Se le relazioni simboliche in dato momento portano una classe di individui ad una relazione diretta con il concetto di #pace diventa difficile pensare ad una coerenza se la relazione diventa immediatamente collegata al concetto di #guerra. Come sottolineato in precedenza, il Potere si declina con una capacità di deformare il reticolo simbolico.

Pasolini diceva che il Potere è anarchico. In realtà modella la realtà secondo le sue convenienze (profitti). Questo fenomeno non è anarchico ma al contrario è la natura propria del Potere.

Quinta considerazione. E’ possibile che esistano Poteri che non appaiono ? Il Potere per essere tale, deve deformare la realtà. Sembra una considerazione scontata, ma non è propriamente banale. Perchè non necessariamente questa deformazione può essere facilmente osservabile direttamente. Ma deve essere potenzialmente possibile. Se per esempio prendiamo le 10 aziende a maggiore capitalizzazione borsistica, queste hanno una capacità di deformazione simbolica molto marcata e si collegano ai loro CEO che hanno una capacità di deformazione simbolica non pari a quella delle relative aziende, ma comunque molto elevato. Ciò vuol dire che 10 persone al mondo hanno una capacità di deformazione simbolica che è enorme. E’ vero che questo Potere avviene ? Cioè è in qualche modo diventa visibile ?

Facciamo un esempio molto concreto. I morti per cause di guerra nel mondo, e la crescita della vendita di armi. Questa relazione di Potere indica che il commercio di armi è l’industria più profittevole nel nostro mondo. Esistono altri poteri occulti ugualmente capaci di produrre effetti ?

Voglio solo significare che siamo spesso alla ricerca di Poteri Occulti. Ma forse, dobbiamo più avere attenzione sui Poteri evidenti.

Tutto è segno. Anche il Potere.