Novembre 16, 2021

Cacciari non è Cacciari. Critica al segno di Cacciari

By Andrea Padovano

L’Archelogia si occupa di studiare il Potere nelle sue forme. Per Potere si intende la strutturazione di relazioni, di classi, di profitti che sono sottese alla vita che noi percepiamo.

Cacciari ultimamente va in televisione (un esempio lo potete trovare qua Il prof. Massimo Cacciari contro Lilli Gruber: “L’informazione è parzialissima, mi informo … – YouTube) con un approccio distaccato ma contemporaneamente coinvolgente e molto critico verso l’informazione, il mondo dei media.

La partecipazione al “circo” dei media diventa un gioco del quale non sappiamo se il filosofo è attore partecipe ed interessato o vittima. Cioè se è vittima o carnefice. Mi pare che Cacciari sia troppo dentro ai fenomeni di comunicazione perchè sfuggano elementi della causa di come lui stesso è vittima (o artefice carnefice) di se stesso.

Prima di tutto quando Cacciari va in televisione, ciò che va in televisione è il segno |Cacciari|. Cioè di tutte le opinioni, i sentimenti, le convinzioni, quello che è percepito è la componente ridotta a segno. Senza entrare in complessità che potrebbero essere criticate da Cacciari stesso (quindi evito di entrare in tecnicismi filosofici) e riducendo, Cacciari in televisione è il segno banalizzato. Richiamando Pasolini, da una parte Cacciari si espone al pubblico da una condizione privilegiata. Dall’altra parte, necessariamente, le sue opinioni non possono che “ridursi” essere espresse semplificate, anche contraddittorie.

Le opinioni di Cacciari sono più raffinate di quelle che espone in televisione. E la sua figura culturale è sicuramente molto ma molto di più rispetto a quello che noi vediamo in tv.

Si cita per esempio una intervista più ragionata.

Cacciari: «No all’obbligo mascherato, sì al vaccino. E non chiamatemi no-vax» – Il Dubbio

Non entro nelle ragioni di perchè Cacciari decida di partecipare alle trasmissioni riducendo sia il suo pensiero, sia il suo essere filosofo.

Vorrei però capire alcune cose riguardo al fenomeno.

Quando sceglie di andare in tv, Cacciari si presta ad una relazione di Potere. La quale (come altrove sostenuto) accade quando tutto il contenuto di significato e di linguaggio sottostante viene perso per diventare pura espressione semiotica. Cacciari potrebbe dire che quando va in tv sostiene le stesse opinioni espresse altrove.

Ma questo non è vero. Intanto la relazione di Potere di una trasmissione televisiva è estremamente differente rispetto ad un articolo di un blog, di una conferenza, di un libro, o di altri media. Intanto la platea (la relazione) è molto più vasta. Questo di per se porta ad una interpretazione semplificativa del messaggio.

Inoltre la partecipazione in tv mette in relazione unità culturali fra loro collegate e necessariamente il messaggio ed il contesto vengono stravolti. PIù che il piano comunicativo, si afferma il piano semiotico.

Cacciari pensa di andare ad argomentare le sue idee, la parte giuridica ed etica sottesa agli eventi che stiamo vivendo. Già Pasolini aveva evidenziato la natura particolare della comunicazione di massa (Pasolini sulla televisione – YouTube).

Ma in realtà è proprio il segno di discussione che cambia. E’ difficile connotare una discussione più articolata. “Non definitemi no-vax”. Ma in realtà è il contesto che di fatto struttura una relazione di Potere semplificata su due classi. Pro vaccino e contro vaccino. Tutto il resto fa fatica ad emergere. La semplificazione deriva da un approccio antiideologico delle relazioni di Potere. In quel contesto altre classi (opinioni) faticano ad emergere. Non è una questione di volontà di chi fa informazione (anche se è possibile un uso strumentale da parte di chi usa i mass media). Ma la comunicazione di massa è facilmente duale. Pro e contro. E quando Cacciari sta alle regole dei gioco, non fa altro che essere schiacciato da quella relazione di Potere. Lui stesso si costituisce come classe, come simbolo, che si aggiunge alle classi dei pro e dei contro. Ma non riesce ad emergere dal lato comunicativo e rimane puro simbolo e quindi schiacciato verso la classe dei contro.

La critica vera, che mi porta a pensare che Cacciari si dia in maniera superficiale, è che le sue idee non sono rafforzate da altri canali, altri modi di approfondire. Quindi la percezione in TV diventa esso stesso atto di Potere e quindi influenza di per se categorie di persone. Non è incompreso. E’ lui stesso che superficialmente appare essere solo segno. Essere classificato come novax (secondo la percezione media di chi lo guarda) non è un equivoco. E’ la connotazione che ne esce maggiormente rafforzata dalla relazione di Potere del contesto al quale sceglie di sottoporsi.

Un caso ? Una intenzione ? Certo non una sorpresa.